Ricordando Emanuele Rampino, Il Presidente dei Chimici
Ricordando Emanuele Rampino, Il Presidente dei Chimici
di Antonio Ribezzo
Sono trascorsi appena 6 anni dalla scomparsa del Presidente Emanuele Rampino.
La mancanza di Emanuele, Dirigente e vera figura carismatica dei Chimici e di quanti lo hanno conosciuto ed affiancato, è evidente in coloro che lo hanno ammirato e seguito sia per il ruolo “politico” avuto nel Consiglio Nazionale dei Chimici e nel Sindacato che per le sue grandi intuizioni a favore della categoria dei Chimici d’Italia.
Emanuele ha lasciato una grande eredità culturale ed è stato profeta di numerosi eventi che oggi attanagliano le professioni.
Egli ha saputo guardare al di là delle contingenze cercando di inculcare in ognuno di noi certezze e convinzioni legali al fine di raggiungere i traguardi prefissati.
Le sue intuizioni rappresentano ancora un tesoro a cui ogni professionista, non solo Chimico, può attingere per sviluppare ed attuare un miglioramento nella sua vita professionale.
Il problema delle certificazioni volontarie, dell’aggiornamento, della trasparenza e dell’esigenza di moralità ed etica dell’esercizio della propria attività, dell’esercizio abusivo di intere categorie di non-chimici e di società commerciali nel campo professionale, sono solo alcuni dei suoi impegni.
Ad esempio, la pericolosità dell’esercizio abusivo ha dato origine alla regolamentazione postuma delle S.t.P. – società fra soli professionisti - e alla permanenza dei Chimici nel settore delle analisi chimico-cliniche.
E se non avessimo trovato molte avversità, anche fra alcuni nostri rappresentanti apicali dell’epoca, oggi molti altri settori come quello della chimica-ambientale, della consulenza chimica, ecc. non subirebbe gli abusi cui ancora assistiamo e che tanto nocumento procurano alle nuove generazioni di Chimici.
I Chimici rappresentano parte del ceto medio che oggi è considerato da molti quasi estinto.
Noi riteniamo che non sia così; basterebbe attingere ai numerosi insegnamenti ed intuizioni di Emanuele, ancora attuali, per invertire la tendenza della crisi delle professioni.
Egli fu anche il fautore di un nuovo modo di rapportarsi con gli iscritti, sviluppando di una stampa di categoria alla quale io ho partecipato come Direttore della nostra rivista e scrittore di testi nei quali ho riportato molte sue idee, vittorie e passaggi critici del nostro essere professionisti oggi.
Io, che gli sono stato vicino, ricordo fra l’altro il suo impegno di chimico legalista, il suo argomentare nello spiegare le prospettive professionali della nostra categoria.
Con grande soddisfazione rivive nei figli, un valente Chimico, Vittorio, Segretario Nazionale dei Chimici dell’U.Sin.C.I. e Consigliere dell’Ordine, e Cosimo, brillante Avvocato, Consigliere dell’Ordine, degni eredi della cultura di un padre che tanto ha portato alla formazione e promozione dell’attività di Chimico.
Infine, voglio ricordare Emanuele con le parole che pronunciò la moglie Loredana il 21 novembre 2011.
“Abbiamo perso il leone”.
Ma i suoi insegnamenti sono in ognuno di noi.
Ciao Presidente!
Roma, ottobre 2017